Da Abella, originaria denominazione della città di Avella, Città d'Arte per la sua storia antica, le sue bellezze archeologiche, artistiche e paesaggistiche, nasce ABELLARTE per presentarla, farla conoscere ed apprezzare in tutto il mondo. ABELLARTE vuole essere anche sinonimo di Arte Bella e Bellezza dell'Arte, cioè quanto di bello c'è nell'arte e quanta bellezza può venire dall'arte quale mezzo espressivo, formativo ed educativo.
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L'Anfiteatro di Avella. Il blog che vuole restituirgli dignità.
Bisogna restare "attenzionati" ma non ossessionati dal virus. Perciò oggi, avendone più tempo, ho ripreso il mio progetto di dare "dignità" all'anfiteatro di Avella attraverso uno studio un po' più approfondito per descriverne struttura e architettura. Mi mancano tante cose per finirlo e farlo bene, però ci sto provando lo stesso, perlomeno per correggere certe cose sbagliate che spesso vengono dette. L'ultima l'ho letta in una pubblicazione di laurea sugli anfiteatri, dove tra le poche righe a esso dedicato c'è scritto anche che è uno dei più piccoli, riportando dimensioni sbagliate. Intanto vi anticipo qualche bozza di immagine estrapolata dalla ricostruzione tridimensionale a partire dall'arena e il podio. Cercherò di completarlo quando prima e alla fine anche di farne un video. Potrà essere per la nostra terra anche un buon auspicio di futuro migliore dopo che tutto questo buio sarà finito?
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Avella disegnata.
Muovere il sentimento di ammirazione verso il luogo, tentare di suscitare stupore verso questa terra, è la molla che mi spinge a rappresentarla. Al di là del riuscirci o meno, sono queste le intenzioni. Presuntuosamente, quindi, mi ergo, attraverso i miei mezzi, a mediatore tra realtà e meraviglia, ma se soltanto riuscissi ad attirare un po’ di attenzione su questi luoghi già sarebbe, per me, un grande risultato. Armando Sodano
Il Castello di Avella in bella mostra alla Biennale Architettura Venezia 2018.
Ma è soltanto una bella foto della cinta muraria, nessun progetto in vista. Comunque pur sempre un ottimo stimolo per cominciare a pensarci. L'architettura contemporanea, attraverso la sua ricerca di dialogo tra contesto e necessità locali, anche in piccola scala, potrebbe svolgere un ruolo molto importante per il rilancio di quei territori che sono più lontani e marginali rispetto ai grandi centri.
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Avella disegnata. Tra le antiche vestigia avellane.
Lungo le vie dell'acqua. Proposta di itinerario turistico con destinazione Avella e l'Agro Avellano.
Il Bimillenario della morte di Augusteo, quale volano di occasione di conoscenza del nostro territorio, ci ha dato l'idea di sviluppare questo itinerario turistico lungo il percorso del grandioso acquedotto che Augusto fece costruire.
Infatti, sotto il grande imperatore, a Miseno, fu dislocata la più grande delle flotte che Roma avesse mai avuto per il controllo di tutto il Mediterraneo. Una flotta e un esercito di grande dimensioni, che aveva bisogno di cibo ma soprattutto di acqua. Anche per questo fu costruita una delle opere pubbliche più grandiose di Augusto in Campania, un acquedotto colossale che portasse acqua fresca e abbondante ai principali centri della Campania ed attraversava, ora con condotti sotterranei, ora con ponti e canali, tutta la pianura campana, lungo la direttrice che partendo da Serino e toccando Sarno - incrociandosi a Palma Campania con l’altro acquedotto che da Abella, passando per Nola e Palma, portava acqua a Pompei - proseguendo per S. Gennaro Vesuviano, Casalnuovo, San Pietro a Patierno, Napoli, Pozzuoli, fino al Capo Miseno, alla famosa piscina Mirabilis, grandioso serbatoio d’acqua per la flotta ivi dislocata.
Dall'incrocio, quindi, di queste due direttrici, nasce il nostro “itinerario”, che proprio per questo abbiamo definito le “Vie dell’Acqua”. Una di queste vie parte proprio dall’Agro Avellano, il territorio che maggiormente ci preme porre all'attenzione del visitatore per mettere in risalto ciò che potenzialmente offre, ma che purtroppo, nonostante i tentativi, non viene mostrato sufficientemente e nel modo giusto.
Lo scopo, quindi, è tracciare la mappa dei siti più rappresentativi di questi luoghi, a partire da Avella fino all'altro estremo che è Mugnano d. C. , da proporre come itinerario di interesse turistico complementare e connesso a quelli già ben più conosciuti nell'area nolana e del vesuviano.
Infatti, sotto il grande imperatore, a Miseno, fu dislocata la più grande delle flotte che Roma avesse mai avuto per il controllo di tutto il Mediterraneo. Una flotta e un esercito di grande dimensioni, che aveva bisogno di cibo ma soprattutto di acqua. Anche per questo fu costruita una delle opere pubbliche più grandiose di Augusto in Campania, un acquedotto colossale che portasse acqua fresca e abbondante ai principali centri della Campania ed attraversava, ora con condotti sotterranei, ora con ponti e canali, tutta la pianura campana, lungo la direttrice che partendo da Serino e toccando Sarno - incrociandosi a Palma Campania con l’altro acquedotto che da Abella, passando per Nola e Palma, portava acqua a Pompei - proseguendo per S. Gennaro Vesuviano, Casalnuovo, San Pietro a Patierno, Napoli, Pozzuoli, fino al Capo Miseno, alla famosa piscina Mirabilis, grandioso serbatoio d’acqua per la flotta ivi dislocata.
Dall'incrocio, quindi, di queste due direttrici, nasce il nostro “itinerario”, che proprio per questo abbiamo definito le “Vie dell’Acqua”. Una di queste vie parte proprio dall’Agro Avellano, il territorio che maggiormente ci preme porre all'attenzione del visitatore per mettere in risalto ciò che potenzialmente offre, ma che purtroppo, nonostante i tentativi, non viene mostrato sufficientemente e nel modo giusto.
Lo scopo, quindi, è tracciare la mappa dei siti più rappresentativi di questi luoghi, a partire da Avella fino all'altro estremo che è Mugnano d. C. , da proporre come itinerario di interesse turistico complementare e connesso a quelli già ben più conosciuti nell'area nolana e del vesuviano.
L'arte di Nicoletta Abate, tra fantasia poetica ed invenzione della realtà.
La professionalità, in arte, di Nicoletta Abate si precisa al primo impatto con l’opera che rivela i dati armonici di una consapevolezza estetica. Si tratta di un discorso serrato, forte, composto alla giusta distanza della visione nella quale conta la dose delle luci tra le situazioni che emergono: l’immaginario segnico-pittorico non esige caricarsi di emblemi culturali , ma illuminare, tra natura e ragione, tra sognato e vissuto, un percorso alla verità che non è delle emozioni e dei sentimenti comuni. Continua.
Cenni biografici
Dopo gli studi artistici e accademici, ha coltivato pittura e tecniche incisorie, inserendosi a pieno titolo nel panorama dell’arie italiana fin dagli anni sessanta. Nel 1966 merita il primo posto nel prestigioso «Premio Casciaro» e si impone all'attenzione della critica nella «Biennale dell’Incisione» a Macerata. Continua. |
A cura del Gruppo Archeologico Avellano A. Maiuri
www.abellarte.com il sito web di valorizzazione
dell'agro-avellano curato da Armando Sodano |
Costruita nel 1787 nella navata destra della Chiesa di S. Pietro di Avella per celebrare il culto del Santissimo nome di Gesù.
L'impianto attuale della cappella risale ai lavori promossi dal Can. Benedetto Barba, terminati nel 1787 con la realizzazione dell'altare maggiore in marmi policromi e della pavimentazione in cotto. Secondo il resoconto dei lavori, scritti dal suddetto parroco, i confratelli curarono la ristrutturazione della navata destra della chiesa in cambio della possibilità di poter chiudere l'accesso dalla chiesa con un portale e di ottenere un ingresso indipendente dalla strada. La stessa sistemazione ebbe la navata sinistra ad opera dei confratelli del SS. Rosario.
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L'incanto delle Tore: un itinerario tra natura e reperti storici nell'agro avellano.
Testo di Gianni Amodeo e foto del Gruppo Archeologico A. Maiuri di Avella.
Un itinerario tra i tanti praticabili, per la riscoperta del territorio disegnato dalle “Tore”, alture di ridotto profilo collinare o para-collinare, che s’incontrano senza soluzione di continuità sull’asse che corre tra Avella, Baiano e Sirignano, uno squarcio aperto nell’ampio panorama del Parco regionale del Partenio, guardando alla piana nolana, nel suo iniziale impennarsi a circa 300 metri sul livello del mare. È il percorso, che nel suo dipanarsi permette di traguardare progressivamente e a tutt’arco la morbida distesa dei verdeggianti castagneti - a quota 800 metri - del Monte “Campimma”, il caratteristico toponimo del dialetto nostrano derivato -secondo l’interpretazione considerata più che attendibile - dalla contrazione della locuzione latina di “Campus imus”, per indicare il Campo o il Pianoro di altura molto più in basso rispetto ai sovrastanti e bei panneggi dei Pianori del Campo di Summonte e del Campo Maggiore, terminali dei rilievi che s’inarcano tra rocce, forre e dirupi, per innestarsi nella dorsale dei Monti Avella, e che fanno parte dei territori comunali di Summonte e Mercogliano, su cui vigila Montevergine con il Santuario di Mamma Schiavona.
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Il Castello di Avella: le indagini archeologiche sulla rocca.
Di Teresa Cinquantaquattro, Domenico Camardo e Francesco Basile.
1.1 Introduzione
Il complesso monumentale del Castello di Avella (Fig. 1), attestato sui rilievi collinari che bordano ad Est la pianura campana, occupa una collina dai fianchi scoscesi situata sulla destra del fiume Clanis; alle sue spalle si stagliano i monti di Avella, barriera naturale che separa il comprensorio avellano-baianese dalla Valle Caudina. Il sito gode di una posizione strategica di controllo del territorio circostante, a guardia di un itinerario naturale che attraverso il passo di Monteforte Irpino mette in comunicazione la pianura campana con la valle del Sabato e conduce verso la Puglia e la costa adriatica. Per leggere tutto clicca qui. *Si ringrazia la Dott.ssa G. Tocco, Soprintendente per le province di Salerno, Avellino e Benevento, per aver consentito la pubblicazione di questo studio. Lo scavo, condotto con Finanziamenti CIPE gestiti dal Comune di Avella nel periodo maggio 2000-maggio 2001, è stato effettuato sotto la direzione scientifica di T. Cinquantaquattro dalla Soc. Sosandra a.r.l. La documentazione grafica e i rilievi relativi alle nuove aree d’indagine sono dell’Arch. I. Calcagno; le foto provengono dall'archivio della Soprintendenza. I capitoli 1.1, 1.2 e 3.1 sono a cura di T. Cinquantaquattro; il capitolo 2 è stato curato da D. Camardo, il capitolo 3.2 da F. Basile.
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Giornate FAI di Primavera 19 e 20 marzo.
Il 19 e 20 marzo 2016 24° edizione delle "Giornate Fai di Primavera". Le occasioni sono tantissime, con oltre 900 visite ad apertura straordinaria a contributo libero, da Nord al Sud, in 380 luoghi d’Italia. Tanti i siti disponibili anche in Campania, tra i quali Nola con la Casa Palliola, la Biblioteca e il laboratorio di fisica al Seminario Vescovile, l'Eremo dei Camaldoli presso Santa maria degli Angeli. Per leggere tutto clicca qui.
L’evento, giunto alla XXIV edizione, vuole offrire l’occasione di trascorrere un weekend in cui centinaia di migliaia di persone (lo scorso anno sono state oltre 8.500.000) hanno l’opportunità di scoprire angoli di bellezza del paesaggio italiano e i suoi beni culturali, invogliando a comprendere quanto sia importante continuare a curarli con rispetto.
Si tratta infatti del più importante evento di piazza dedicato ai beni culturali organizzato dal Fondo Ambiente Italiano, aperto a tutti ma con corsie preferenziali per gli iscritti al Fai. Ogni regione ha i suoi appuntamenti e anche la Campania ha un ricco cartellone: ecco tutte le aperture provincia per provincia. |
"ABELLA". Un contributo su Avella archeologica di Teresa Cinquantaquattro. Per leggero tutto clicca qui.
Fana, templa, delubra. Corpus dei luoghi di culto del'Italia antica.
Sotto la direzione di John Scheid, Olivier de Cazanove, Filippo Coarelli e Adriana La Regina, lo studio dei luoghi di culto dell’Italia antica è un progetto di ampia portata che si concretizza nella pubblicazione della serie di fascicoli che vanno sotto il nome di Fana, templa,delubra (FTD).
Il progetto censisce e inventaria l’insieme delle fonti archeologiche e letterarie comprese tra il VII secolo a.C. e il VII secolo d.C. in rapporto a singoli luoghi di culto. Il quadro generale di questo corpus è quello delle regioni augustee e, all’interno di queste, le unità di riferimento sono le città dell’epoca romana che costituiscono dei microsistemi omologi ma autonomi. Per questo motivo si è deciso di studiare le testimonianze riguardanti la vita religiosa nel loro contesto geografico, istituzionale e sociale. Teresa Cinquantaquattro, ex Direttore dell’Ufficio archeologico e dell’Antiquarium di Avella (AV), attualmente Soprintendente per i Beni archeologici della Puglia con sede a Taranto.
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Il centro di Abella sorge in una fascia territoriale che, per il periodo preromano, è da considerarsi di confine tra il mondo sannitico irpino e il mondo campano (figg. 1, 4 e 5): l’insediamento è localizzato sulla sponda sinistra del fiume Clanis, su uno dei rilievi collinari che definiscono ad est la pianura campana. La posizione geografica, strategica per il controllo del percorso naturale che attraverso il valico di Monteforte Irpino introduce nella valle del Sabato, collegando la Campania con l’Irpinia interna e la Puglia, spiega la lunga vita dell’insediamento, le cui origini possono essere poste su base archeologica tra la fine dell’VIII e gli inizi del VII sec. a.C.
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100 CAPOLAVORI PER 100 ARTISTI
Cento tra i più grandi capolavori di tutti i tempi raccontati e descritti insieme ai loro autori. Una selezione di opere e dei rispettivi artisti a cura di Armando Sodano. Il 1° dei capolavori è il "Compianto del Cristo morto" di Giotto. Per leggere tutto clicca qui.
Il "Compianto sul Cristo morto" è un affresco (200x185 cm) di Giotto, databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova. È compreso nelle Storie della Passione di Gesù del registro centrale inferiore, nella parete sinistra guardando verso l'altare. Questa narrazione di capolavori dell’arte, pur se viene presentata in modo casuale non può iniziare se non con Giotto, colui che nella Cappella degli Scrovegni a Padova iniziò, nel 1303, il ciclo di affreschi che rappresenta il momento più alto dell’inizio di tutta la pittura occidentale. Tra questi, il “Compianto del Cristo morto” è sicuramente l'opera più drammatica e anche la più celebre, un vero capolavoro. |
Prossima pubblicazione
SI TORNA A PARLARE DI ARTE CON ABELLARTE
Collettiva d'arte contemporanea nel Palazzo Baronale di Avella
Dal 28 Dicembre al 6 gennaio
Espongono gli artisti: Abate Le Chat, Sabato Angiero, Raffaele Avella, Giuseppe Cacace, Gianluca Carbone, Davide Carnevale, Giuseppe Cembalo, Fiormario Cilvini, Anna Calmayer, Domenico D'Alessandro, Diana D'Ambrosio, Antonio D'Avanzo, Lucia Esposito, Roberto Iossa, Antonio Mele, Nunzio Meo, Felix Policastro, Francesco Reccia, Giuseppe Sapio, Massimiliano Savino, Luigi Scarano, Antonello Scotti, Armando Sodano, Carlo Giuseppe Zuozo, Antonio Avello, Domenico Fatigati, Gigino Nostrale, Asmà El-Souni. |
I SEGNI DEL TERRITORIO
I segni del territorio. Di Armando Sodano
Il territorio è rappresentato dal suo paesaggio che è natura e storia umana insieme.
Così, ogni territorio, ha una sua identità che si manifesta anche attraverso dei segni che sono il risultato delle reciproche interrelazioni tra la sua natura fisica e la sua storia umana. Individuarli e raccontarli attraverso delle immagini fotografiche inedite è lo scopo di questo progetto. |
Il museo del mondo
In questa sezione, curata da Armando Sodano, sono riportate le opere di un ipotetico museo mondiale scelte da Melania Mazzucco. Ogni "stanza" ne contiene una, insieme a tanti altri riferimenti: l'autore, la corrente artistica, il periodo storico, curiosità, ecc. per consentire al visitare una più efficace comprensione della stessa. Per entrarvi basta cliccare sulla miniatura di riferimento dell'opera. Il visitatore può partecipare anche all'arricchimento del contenuto con un proprio contributo e iscriversi all'albo delle visite. |
RICICLARTE. PERSONALE DI ANIELLO MARTINIELLO
"Non c’è niente che non vale nulla e non c’è nulla che non vale la pena di renderlo utile".
Di Armando Sodano.
Nel presentarvi Aniello Martiniello devo farvi una premessa. Io ritengo che in contrapposizione all'arte che vediamo, sentiamo e tocchiamo c’è n’è un’altra che non sentiamo, non vediamo, non tocchiamo ma di cui ne abbiamo la percezione. Quest’arte, di cui ne abbiamo soltanto il sentore, io la chiamo arte negata, perché pur percependola o sentendola dentro, non riusciamo a vederne la concretezza o per lo meno renderla concreta alla percezione altrui. In questa categoria di arte negata, io ci includerei anche quella che viene distrutta dall’incuria umana, dall’indifferenza, dalla stupidità e da tante altre ragioni, non ultima quella della mania di possederla e di tenerla nascosta. Leggi altro qui RICICLARTE. Che cos'é? Di Armando Sodano
Il recupero della sovrapproduzione umana, il riciclo degli oggetti prodotti in eccesso e che l’uomo non è in grado di smaltire. Quindi oggetti che diventano materia prima, che si trasformano in carburante, cioè in energia che alimenta l’impulso creativo e che l’artista cristallizza poi nella sua opera.
C’è quindi nella RiciclArte, oltre al discorso estetico, anche e soprattutto un discorso morale che parte proprio dall'immoralità di questa società industriale, super tecnologica che ha prodotto miriadi di oggetti che ora non sa più dove mettere o non sa come eliminare senza produrre altri guasti. Leggi altro qui |
PICCOLI ARTISTI IN VETRINA - UNA CARTOLINA PER AVELLA
AVELLA VISTA E RACCONTATA ATTRAVERSO GLI OCCHI DEI BAMBINI.
Raccolta di disegni realizzati dagli alunni della Scuola Elementare San Vicenzo Pallotti sotto la guida di Armando Sodano.
AVELLA VISTA E RACCONTATA ATTRAVERSO GLI OCCHI DEI BAMBINI.
Raccolta di disegni realizzati dagli alunni della Scuola Elementare San Vicenzo Pallotti sotto la guida di Armando Sodano.
Video Paesaggi Avellani.
Se non appare cliccare su Guarda il video |
Avella, antica città, prima osca, sannita e poi romana. Anticamente famosa per il suo anfiteatro, sede di cruenti combattimenti gladiatori. Visitata da Virgilio e citata nella sua opera, per la bellezza del suo paesaggio, irrigato dal fiume Clanio, fu meta di nobili romani, che la scelsero come sito per la costruzione delle loro ville.
Attualmente la collina con il suo Castello medievale, e le imponenti mura di cinta, domina tutto l'agro nolano. Proprio con la vicina Nola fu anticamente in competizione e spesso in guerra. Nelle guerre di espansione, si alleò, infatti con Roma, contro di essa. Caratteristico il suo paesaggio, ricco di agave, ginestre e cardi, che soprattutto nel periodo primavera/estate gli conferiscono una bellezza unica ed inimitabile, che Armando Sodano ha cercato di cogliere nei suoi lavori. |
BIBLIOTECA COMUNALE IGNAZIO D'ANNA
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SITI COLLEGATI
Gruppo Archeologico Avellano
Sulle Orme di Augusto
Armando Sodano
Per iscrizione, comunicazione o allegati inviare alI'indirizzo e-mail: [email protected]
Informativa ai sensi della Legge 62/2001.
Questo sito viene aggiornato senza fissa periodicità e soltanto quanto necessita segnalare notizie ai visitatori e pertanto non può essere coinsiderato un "periodico" e nemmeno un "prodotto editoriale" in quanto gratuito e non pubblicato in forma cartacea.
© StudioErreSodano di Armando Sodano
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