Fatto sta che in Campania di imponenti e funzionali si iniziò a costruirli già a partire dal II e I s.a.C. a Cuma, Pompei, Avella, Capua. In Campania se ne contano ben 13 di epoca tra il II a.c. e I s. d.C.. In Italia se ne hanno testimonianza e conoscenza di circa 70 e di altri 160 nel resto del mondo, per un totale di 230 anfiteatri di cui una cospicua quantità ne restano tracce interrate o disperse sotto edifici e strade soprastanti. Se consideriamo che soltanto una trentina hanno dimensione massima superiore ai 100 metri ne possiamo anche dedurre che quello di Avella, con i suoi 112 m. è uno tra i più importanti in ordine di grandezza, oltre ad esserlo per epoca costruttiva.
Gli anfiteatri, le prime grandi costruzioni in muratura destinate a spettacoli di lotte tra gladiatori, caccia ad animali, battaglie navali o altri spettacoli che necessitavano di grandi spazi. Nacquero nell'epoca di dominio romano, ma prima che a Roma furono costruiti, perfezionati e diffusi nei territorio della Campania Felix, crocevia di popoli antichi - Greci, Etruschi, Sanniti e Lucani - prima di passare definitivamente sotto il dominio romano tra il IV e III s. a.C.
Erano costruzioni imponenti che richiedevano risorse economiche cospicue e tecniche costruttive avanzate, che probabilmente allora solo quelle terre ricche economicamente e abbondantemente popolate potevano offrire. Testimonianza ne è anche il fatto che per il primo anfiteatro in pietra nella città di Roma si dovette aspettare il 29 a. C. e soltanto nell'80 d.C. fu costruito l'anfiteatro Flavio o Colosseo, anche se fu poi il più perfetto per i servizi e il più imponente e monumentale nella forma.
Fatto sta che in Campania di imponenti e funzionali si iniziò a costruirli già a partire dal II e I s.a.C. a Cuma, Pompei, Avella, Capua. In Campania se ne contano ben 13 di epoca tra il II a.c. e I s. d.C.. In Italia se ne hanno testimonianza e conoscenza di circa 70 e di altri 160 nel resto del mondo, per un totale di 230 anfiteatri di cui una cospicua quantità ne restano tracce interrate o disperse sotto edifici e strade soprastanti. Se consideriamo che soltanto una trentina hanno dimensione massima superiore ai 100 metri ne possiamo anche dedurre che quello di Avella, con i suoi 112 m. è uno tra i più importanti in ordine di grandezza, oltre ad esserlo per epoca costruttiva.
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Perché un anfiteatro proprio ad Avella? Intanto ci sarebbe da chiedersi perché proprio in questo territorio fu costruito un anfiteatro, struttura imponente che richiamava un numero ragguardevole di spettatori, che prevedeva anche notevole risorse economiche e tecniche costruttive adeguate. Una delle ragioni è certamente che i ludi gladiatori erano molto diffusi nei territori centrali della Campania, già occupati dagli Etruschi prima, ai quali si fanno risalire i primi combattimenti tra guerrieri per onorare i defunti, e dai Sanniti poi, popolo guerriero che amava mostrare la forza attraverso giochi di combattimento. Non disponendo di fonti dirette alle quali attingere, posso presumibilmente pensare che un'altra delle ragioni è che l'antica Abella fosse una città popolosa e ricca tanto da potersi permettere una simile opera, forse tra le più ricche da rivaleggiare con la vicina Nola, dove la costruzione del suo anfiteatro ebbe inizio alcuni decenni dopo. Dove costruirlo? Avendo già uno sviluppo urbano consolidato ad ovest, con la presenza tra l'altro di tombe e necropoli, probabilmente la scelta cadde a ridosso delle mura di cinta ad est, oltre che per necessità di sicurezza interna della città, per la presenza di un sito morfologicamente più predisposto, considerata la presenza di una acclività naturalmente favorevole alla realizzazione del tipo di anfiteatro che oggi possiamo ammirare, nonostante la maggior parte di esso sia crollata, spogliata e interrata.
Che poi probabilmente i costruttori abbiano dovuto adattarlo e comprimerlo a ridosso delle mura di cinta esistenti, per la presenza anche di altri edifici - come da tracce murarie rilevabili in sito - lo testimonia la non ortogonalità dell'asse longitudinale della porta est dell'anfiteatro rispetto all'asse trasversale dell'arena, cosa questa abbastanza anomala e inusuale, giustificabile solo per la mancanza di spazio necessario da tenerlo in asse con l'altra porta di ingresso collocata ad Ovest.
Collocazione e orientamento.
Visto che i primi anfiteatri sono stati costruiti proprio nei nostri territori della Campania, per poi essere diffusi in tutto il mondo romano, mi sono fatto un giro con google maps sulla Campania soffermandomi su quelli meglio visibili, mettendoli tra loro a confronto, riuscendone così a dedurre delle informazioni che in generale possono riguardare un po' tutti gli anfiteatri.
Ovviamente la forma è per tutti sempre quella classica di un ovale o un'ellisse centrale per realizzare l'arena intorno alla quale si sviluppa poi tutto il resto. La loro costruzione non è sempre la stessa, non risponde a una regola geometrica stabilita e t'orientamento degli assi non rispetta un principio fisso, come per esempio poteva essere per i templi o per gli assi viari nel fondare una nuova città. Ciò è comprensibile e facilmente deducibile dal fatto che gli anfiteatri sono nati dopo, quando cioè si è diffusa l'esigenza di offrire a migliaia di cittadini giochi e spettacoli gladiatori sempre più richiesti. Come anche la loro collocazione, vista la mola della struttura e il notevole flusso di spettatori, rispondeva più ad esigenze di ordine pubblico e sicurezza, prevenendo sovraffollamenti e scontri, di adattamento alle caratteristiche fisiche del suolo, che a specifiche esigenze urbanistiche in rapporto al costruito. In effetti essi venivano adattati al costruito e non viceversa costituivano il fulcro dello sviluppo urbano della città.
Perciò quasi sempre venivano collocati all'estremità delle città, a ridosso delle mura, in qualche caso persino fuori della città per evitare pericoli di rivolta o invasione. Infatti dal confronto tra i sei anfiteatri esaminati si evince che tutti hanno un orientamento diverso rispetto al nord. Quello di Avella, per esempio, ha un orientamento Nord-Est mentre quello di Pompei, che gli assomiglia un po' di più, è orientato verso Nord-Ovest.
Tipologia.
Si possono fare anche altre considerazioni, deducibili proprio dallo studio di questi sei anfiteatri campani, riguardanti la loro costruzione rispetto alla geografia dei luoghi che riportano a tre tipologie di strutture.
1 - Se il terreno era pianeggiante si poteva decidere di realizzare una tipologia di anfiteatro che avesse l'arena alla quota del terreno e costruire tutto il resto con struttura muraria in elevazione, avendo anche la possibilità di realizzare sotto l'arena un piano interrato dove inserire ambienti funzionali. Esempi di questa tipologia sono l'anfiteatro capuano (fig. 3) e l'anfiteatro di Pozzuoli (fig. 6). 2 - Oppure di procedere scavando la struttura per posizionare l'arena a una quota più bassa, in modo da avere l'anfiteatro parzialmente interrato, come l'anfiteatro cumano (fig. 4) o completamente interrato come l'anfiteatro nolano (fig. 2).
3) Se il terreno era in pendenza generalmente la scelta era quella di realizzare l'arena a quota media, in modo da scavare su un lato e riempire dall'altro così da ottenere un anfiteatro parzialmente interrato con una struttura esterna che contenesse la somma cavea con la sovrastante galleria. Questa è la soluzione più adottata, anche perché consentiva una esecuzione dei lavori per un verso più veloce e per l'altro più economica rispetto a strutture tutte esterne, esempio l'anfiteatro di Pompei e di Avella.
In aggiornamento. Anfiteatro di Avella, perché non definirlo campano anziché romano? Gli anfiteatri, le prime grandi costruzioni in muratura destinate a spettacoli di lotte tra gladiatori, caccia ad animali, battaglie navali o altri spettacoli che necessitavano di grandi spazi. Nacquero nell'epoca di dominio romano, ma prima che a Roma furono costruiti, perfezionati e diffusi nei territorio della Campania Felix, crocevia di popoli antichi - Greci, Etruschi, Sanniti e Lucani - prima di passare definitivamente sotto il dominio romano tra il IV e III s. a.C. (Post della pagina Facebook del 13-04-2020) L Anfiteatro di Avella, anfiteatro campano, uno tra i più importanti in ordine di grandezza, oltre ad esserlo per epoca costruttiva. Fatto sta che in Campania di imponenti e funzionali si iniziò a costruirli già a partire dal II e I s.a.C. a Cuma, Pompei, Avella, Capua. In Campania se ne contano ben 13 di epoca tra il II a.c. e I s. d.C.. In Italia se ne hanno testimonianza e conoscenza di circa 70 e di altri 160 nel resto del mondo, per un totale di 230 anfiteatri di cui una cospicua quantità ne restano tracce interrate o disperse sotto edifici e strade soprastanti. Se consideriamo che soltanto una trentina hanno dimensione massima superiore ai 100 metri ne possiamo anche dedurre che quello di Avella, con i suoi 112 m. è uno tra i più importanti in ordine di grandezza, oltre ad esserlo per epoca costruttiva. (Post della pagina Facebook del 13-04-2020) |
A cura di Armando Sodano
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