La galleria sulla summa cavea non è soltanto una mia ipotesi e lo dimostra il chiostro seicentesco del convento francescano.
Le colonne del chiostro sono l'evidente esempio di ricollocazione e riuso di elementi frutto di spoliazione di un'opera importante di epoche antecedenti. Lo stile richiama l'ordine tuscanico, un ordine italico di origine etrusca risalente già al VI s.a.C., diffuso in fase successive nei territori del centro sud della penisola, e quindi conosciuto anche nell'antica Abella. Un ordine che ben si prestava ad essere utilizzato per opere con coperture in legno, quale appunto poteva essere, come lo era, quella della galleria che sormontava un anfiteatro, destinata ad accogliere il ceto più povero e le donne. Da quale edificio, quindi, potevano provenire quelle colonne monolitiche del chiostro del convento francescano di Avella se non da quell'anfiteatro che stava proprio lì a due passi? E lo stile tuscanico di queste colonne sta a dimostrare tutta l'importanza di uno tra i primi e più singolari di questa tipologia di edifici, per definizione romani perché di epoca romana, ma che io preferisco appunto chiamarlo campano o meglio "avellano", perché i romani sono partiti da qui, dalle nostre terre, per costruire poi, successivamente, i loro anfiteatri in tutto il mondo.
0 Comments
|
A cura di Armando Sodano
Chi è incuriosito, interessato e vuole collaborare fornendo il suo contributo di conoscenze e materiale utile può utilizzare il presente blog, inviare una email oppure collegarsi alla pagina Facebook cliccando sul presente link: https://www.facebook.com/anfiteatrodiavella/?modal=admin_todo_tour
Archivi
Marzo 2021
Categorie
Tutti
|