Esso sorgeva all'estremità orientale del “decumano rnaior” (l’attuale corso Vittorio Emanuele) all'altro capo quale era il Foro (nelle vicinanze dell’attuale piazza S.Pietro).
Lo schema a scacchiera ippodamea con il quale si sviluppò il piano urbanistico di Avella (decumani orientati Est ad Ovest e cardini orientati da Nord a Sud) prevedeva l’orientamento degli assi maggiori degli anfiteatri in direzione ortogonale a quella degli assi Est-Ovest.
Tuttavia, sotto questo aspetto, l’anfiteatro di Avella è piuttosto atipico: il suo asse principale, infatti, non segue tale schema orientativo.
Una ulteriore atipicità del monumento avellano è legata alla totale assenza dl sotterranei e cunicoli, presenti, invece, in anfiteatri più recenti come, per esempio, il Colosseo o l’anfiteatro Flavio di Pozzuoli.
Una immagine schematica dell’anfiteatro dl Avella è rappresentata su uno dei lati dì una base Onoraria, databile intorno al 170 d.C., dedicata a Lucio Egnatio Invento, restauratore dei giochi gladiatori dl Avella e cavaliere romano sotto gli imperatori Marco Aurelio e Lucio Vero.
Lo schema della base presenta una cavea con tre ordini: l’ima cavea, la media cavea e la summa cavea.
Allo stato attuale., della summa cavea rimangono solamente poche tracce sui lati Sud ed Est, mentre la cavea si presenta divisa in tre settori: Moeniana,, divisi da corridoi di appoggio in senso orizzontale: Praecinctionese e Baltei, questi ultimi muri di divisione in senso verticale.
Ad essa era possibile accedere attraverso Vomitoria disposti sull’asse maggiore dell’ellisse (Itinera Magna).
All’arena, situata al di sotto del piano di calpestio circostante, si accedeva attraverso due porte principali: la Porta Triumphalis, orientata in direzione della città e, dal lato opposto la Porta Libitinensis dalla quale venivano portati via i gladiatori morti in combattimento.
Una terza porta, più piccola nelle dimensioni e, probabilmente, riservata ai giudici, si apre sul lato Ovest, di fronte ad essa si evidenzia un ambiente con tracce di un’edicola riservata ad un dio al quale i gladiatori si raccomandavano prima del combattimento.
Di gran lunga posteriori rispetto alla costruzione dell’intero monumento sono sicuramente delle aperture nel podio che danno verso l’arena, Si tratta dl stalle per le bestie databili intorno al IV Sec. d.C.
Il lavoro per la loro costruzione risulta incompiuto o perché gli spettacoli erano scaduti di tono, o a causa della decadenza economica in atto, dovuta principalmente alle invasioni barbariche.
Da "Abella XX anni di ricerca archeologica"