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Collocazione e orientamento dell'anfiteatro avellano.

29/3/2020

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Perché un anfiteatro proprio ad Avella?
Intanto ci sarebbe da chiedersi perché proprio in questo territorio fu costruito un anfiteatro, struttura imponente che richiamava un numero ragguardevole di spettatori, che prevedeva anche notevole risorse economiche e tecniche costruttive adeguate. Una delle ragioni è certamente che i ludi gladiatori erano molto diffusi nei territori centrali della Campania, già occupati dagli Etruschi prima, ai quali si fanno risalire i primi  combattimenti tra guerrieri per onorare i defunti, e dai Sanniti poi, popolo guerriero che amava mostrare la forza attraverso giochi di combattimento.
Non disponendo di  fonti dirette alle quali attingere, posso presumibilmente pensare che un'altra delle ragioni è che l'antica Abella fosse una città popolosa e  ricca  tanto da potersi permettere una simile opera, forse tra le più ricche da rivaleggiare con la vicina Nola, dove la costruzione del suo anfiteatro ebbe inizio alcuni decenni dopo.
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Ricostruzione virtuale dell'anfiteatro di Avella, piano di posa dell'arena.
Dove costruirlo?
Avendo già uno sviluppo urbano consolidato ad ovest, con la presenza tra l'altro di tombe e necropoli, probabilmente la scelta cadde a ridosso delle mura di cinta ad est, oltre che per necessità di sicurezza interna della città, per la presenza di un sito morfologicamente più predisposto, considerata la presenza di una acclività naturalmente favorevole alla realizzazione del tipo di anfiteatro che oggi possiamo ammirare, nonostante la maggior parte di esso sia crollata, spogliata e interrata.
​Che poi probabilmente i costruttori abbiano dovuto adattarlo e comprimerlo a ridosso delle mura di cinta esistenti, per la presenza anche di altri edifici - come da tracce murarie rilevabili in sito -  lo testimonia la non ortogonalità dell'asse longitudinale della porta est dell'anfiteatro rispetto all'asse trasversale dell'arena, cosa questa abbastanza anomala e inusuale, giustificabile solo per la mancanza di spazio necessario da tenerlo in asse con l'altra porta di ingresso collocata ad Ovest.
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Gli anfiteatri campani, collocazione, orientamento e tipologia.

25/3/2020

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Collocazione e orientamento.
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Fig. 1 - Anfiteatro di Avella
Visto che i primi anfiteatri sono stati costruiti proprio nei nostri territori della Campania, per poi essere diffusi in tutto il mondo romano, mi sono fatto un giro con google maps sulla Campania soffermandomi su quelli meglio visibili, mettendoli tra loro a confronto, riuscendone così a dedurre delle informazioni che in generale possono riguardare un po' tutti gli anfiteatri. 
FotoFig. 2 - Anfiteatro di Nola
Ovviamente la forma è per tutti sempre quella classica di una ellisse centrale, dove realizzare l'arena, intorno alla quale si sviluppa poi tutto il resto. La costruzione dell'ellisse non è sempre la stessa, non risponde a una regola geometrica stabilita e t'orientamento degli assi non rispetta un principio fisso, come per esempio poteva essere per i templi o per gli assi viari nel fondare  una nuova città. Ciò è comprensibile e facilmente deducibile dal fatto che gli anfiteatri sono nati dopo, quando cioè si è diffusa l'esigenza di offrire a migliaia di cittadini giochi e spettacoli gladiatori sempre più richiesti. Come anche la loro collocazione, vista la mola della struttura e il notevole flusso di spettatori,  rispondeva più ad esigenze di ordine pubblico e sicurezza, prevenendo sovraffollamenti e scontri,  di adattamento alle caratteristiche fisiche del suolo, che a specifiche esigenze urbanistiche in rapporto al costruito. In effetti essi venivano adattati al costruito e non viceversa costituivano il fulcro dello sviluppo urbano della città.

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3 - Anfiteatro di Capua Santa Maria
Perciò quasi sempre venivano collocati all'estremità delle città, a ridosso delle mura, in qualche caso persino fuori della città per evitare pericoli di rivolta o invasione. Infatti dal confronto tra i sei anfiteatri  esaminati si evince che tutti hanno un orientamento diverso rispetto al nord. Quello di Avella, per esempio, ha un orientamento Nord-Est mentre quello di Pompei, che gli assomiglia un po' di più, è orientato verso Nord-Ovest.
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Fig. 4 - Anfiteatro di Cuma
Tipologia.
Si possono fare anche altre considerazioni, deducibili proprio dallo studio di questi sei anfiteatri campani, riguardanti la loro costruzione rispetto alla geografia dei luoghi che riportano  a tre tipologie di strutture. 
1 - Se il terreno era pianeggiante si poteva decidere di realizzare una tipologia di anfiteatro che avesse l'arena alla quota del terreno e costruire tutto il resto con struttura muraria in elevazione, avendo anche la possibilità di realizzare sotto l'arena un piano interrato dove inserire ambienti funzionali. Esempi di questa tipologia sono l'anfiteatro capuano (fig. 3)  e l'anfiteatro di  Pozzuoli (fig. 6). 
2 - Oppure di procedere scavando la struttura per posizionare l'arena a una quota più bassa, in modo da avere l'anfiteatro parzialmente interrato, come l'anfiteatro cumano (fig. 4) o completamente interrato come l'anfiteatro nolano (fig. 2).
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5 - Anfiteatro di Pompei
3) Se il terreno era in pendenza generalmente la scelta era quella di realizzare l'arena a quota media, in modo da scavare su un lato e riempire dall'altro così da ottenere un anfiteatro parzialmente interrato con una struttura esterna che contenesse la somma cavea con la sovrastante galleria. Questa è la soluzione più adottata, anche perché consentiva una esecuzione dei lavori per un verso più veloce e per l'altro più economica rispetto a strutture tutte esterne, esempio l'anfiteatro di Pompei e di Avella.
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6 - Anfiteatro di Pozzuoli
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Ricostruzione virtuale di un gioiello dell'architettura campana.

23/3/2020

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In aggiornamento.
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 Anfiteatro di Avella, perché non definirlo campano anziché romano?
Gli anfiteatri, le prime grandi costruzioni in muratura destinate a spettacoli di lotte tra gladiatori, caccia ad animali, battaglie navali o altri spettacoli che necessitavano di grandi spazi. Nacquero nell'epoca di dominio romano, ma prima che a Roma furono costruiti, perfezionati e diffusi nei territorio della Campania Felix, crocevia di popoli antichi - Greci, Etruschi, Sanniti e Lucani - prima di passare definitivamente sotto il dominio romano tra il IV e III s. a.C.  (Post della pagina Facebook  del 13-04-2020)

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L Anfiteatro di Avella, anfiteatro campano, uno tra i più importanti in ordine di grandezza, oltre ad esserlo per epoca costruttiva.
Fatto sta che in Campania di imponenti e funzionali si iniziò a costruirli già a partire dal II e I s.a.C. a Cuma, Pompei, Avella, Capua. In Campania se ne contano ben 13 di epoca tra il II a.c. e I s. d.C.. In Italia se ne hanno testimonianza e conoscenza di circa 70 e di altri 160 nel resto del mondo, per un totale di 230 anfiteatri di cui una cospicua quantità ne restano tracce interrate o disperse sotto edifici e strade soprastanti. Se consideriamo che soltanto una trentina hanno dimensione massima superiore ai 100 metri ne possiamo anche dedurre che quello di Avella, con i suoi 112 m. è uno tra i più importanti in ordine di grandezza, oltre ad esserlo per epoca costruttiva.  (Post della pagina Facebook  del 13-04-2020)
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Forma, dimensioni e geometrie dell'anfiteatro di Avella.

2/2/2020

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L'arena è un ovale o una ellisse?

La domanda potrebbe sembrare banale e la risposta scontata. Ma io me la sono posta per tre ragioni.
- La prima perché lo studio e l'approfondimento sulle geometrie delle opere grandiose e monumentali, tra le quali le cupole e gli anfiteatri sono le più rappresentative del mondo classico, sono stati sempre stimolanti e oggetto spesso di forte contrasto.
- La seconda ragione perché tra gli obiettivi della pagina che ho dedicato all'anfiteatro di Avella (https://www.facebook.com/anfiteatrodiavella) c'è quello di dare dignità a un monumento così tanto importante quanto poco conosciuto; per meglio conoscerlo è anche importante, quindi, sapere come è stato progettato e costruito.

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Ovale o ellisse?
L'uno e l'altra, si potrebbe essere tentati di rispondere, perché in genere i due termini vengono spesso usati indifferentemente per descrivere due figure che si assomigliano, ma che in realtà non sono uguali, proprio perché non si possono disegnare o costruire nello stesso modo. Questo lo sanno bene i progettisti e i costruttori, perché progettare e costruire una grande struttura di forma ellittica è più complicato che farlo in forma ovale. C'è anche un'altro motivo per il quale spesso si cerca di trovare e dimostrare la differenza di queste due forme somiglianti: la ricerca della perfezione e la purezza della forma nell'arte, e quindi nell'architettura, del mondo classico. Come lo è infatti l'ellisse, che produce nel tracciarne la forma una linea che modifica in modo gradualmente costante il raggio di curvatura, ciò che non avviene nell'ovale, che mantiene una curvatura costante per poi cambiare bruscamente nell'arco successivo.
- Dimostrare questa purezza della forma, per la quale ho anche definito "gioiello" il nostro anfiteatro, è la terza ragione del perché mi sono posto la domanda.

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È un'ellisse, ecco perché.
​Attraverso Google Maps, abbiamo la possibilità di poter catturare dall'alto  un'immagine di ciò che è rimasto visibile dell'anfiteatro avellano. Un'immagine sufficientemente completa per ricostruire le sue geometrie, ricavando anche misure e dimensioni relativamente precise. Con software specifici  si ha anche la possibilità di individuare facilmente le curve di livello, quindi le pendenze del suolo con le relative quote altimetriche e, in linea di massima attraverso confronti e approssimazioni, le altezze di parti della struttura emergenti, utili per tentare una ricostruzione virtuale di quello che poteva essere in origine il nostro anfiteatro, avvalendosi anche di un minimo di riscontro grafico e fotografico di repertorio. Ovviamente, l'indagine in sito con rilievi strumentali sarebbe l'ideale, ma per il momento mi avvolgo di tutto ciò che ho di mio disponibile.

​

Ecco il riepilogo delle misure dell'Anfiteatro romano.
Misure dell'anfiteatro romano A.Flavio (Anfiteatro con struttura scavata) Misure espresse in metri. Asse maggiore arena a 79.4 (270 piedi romani) Asse minore arena b 47.2 (162 piedi romani) Asse maggiore cavea A 187.8 (636 piedi romani) Asse minore cavea B 155.6 (528 piedi romani) a/b 1.68 Superficie arena in m2 Sa 2943 Superficie totale in m2 St 22951 Superficie cavea in m2 Sc 20007 Numero posti a sedere Pl 50018 Perimetro esterno P 539.4 Sa/Sc 12.8 Ampiezza fascia di cavea C 54.2

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A vista emerge subito la figura geometrica che racchiude l'arena dell'anfiteatro, intorno alla quale concentricamente poi si sviluppa il podio e la cavea, a sua volta divisa in settori. Mentre certi anfiteatri, la minoranza per la verità, hanno una forma ovale, il nostro si presenta con una forma ellittica perfetta, così da poter subito, e facilmente, determinarne la costruzione geometrica utilizzata per configurarla. Pur non disponendo delle strumentazioni sofisticate di oggi, gli architetti e i costruttori di allora erano capaci di realizzare opere  grandiose ed eccezionali con i semplici ed intuitivi strumenti che avevano(*). Anche se ovale e ellisse visivamente sembrano la stessa cosa, in realtà non lo sono dal punto di vista prettamente matematico e geometrico. La differenza, pur se può sembrare una sottigliezza, in realtà non lo è proprio per il processo costruttivo che necessita la loro realizzazione in grande scala, quale è infatti la delimitazione di un'arena in un anfiteatro. Un argomento comunque non banale per coloro interessati a comprendere il processo progettuale e costruttivo di strutture monumentali tra le più importanti del mondo classico, quali cupole e anfiteatri. Io qui ne ho fatto cenno semplicemente in ragione di voler dimostrare che l'anfiteatro avellano merita l'attenzione non solo quale reperto monumentale di un'epoca molto lontana, ma anche per la tecnica progettuale e costruttiva adottata in quel tempo, perché se è più semplice dare  all'arena, una volta determinate le dimensioni degli assi ortogonali, un forma di ellisse, è anche vero che sarà più difficile e complicato costruirci il resto tutto intorno rispetto a quella ovale.    Per costruire un ellisse infatti è sufficiente determinare soltanto due punti, detti fuochi, dai quali poi è possibili fissare geometricamente tutti i punti dell'arena, cioè il contorno dell'arena. Per semplificare e rendere chiaro il concetto diciamo che l'ellisse è un'unica curva, cioè unì'unica traiettoria che percorre un punto,  l'ovale invece è una curva costituita da una successione di archi di cerchio, più archi ci sono e più difficile diventa determinarlo.

Mi piace immaginare che l'architetto di allora, dopo aver individuato l'area più congeniale alla costruzione e averla fatta spianare, predisponendola ad accogliere la struttura nella direzione NE-SO, così da appoggiarla in modo tale da sfruttarne la pendenza per il meglio lungo il lato lungo, si sia posizionato al suo centro per far conficcare proprio lì un robusto paletto, intorno al quale si sarebbe sviluppata poi concretamente tutta la sua visione progettuale.


Anfiteatro di Avella, ancora sulle sue geometrie e composizione.
Usando anche strumenti semplici e disponibili in rete, si può facilmente dimostrare come il fulcro della struttura, e quindi della sua stessa composizione, cioè l'arena, contiene due triangoli equilateri i cui lati sono pari alle dimensioni dell'asse minore. È un'altra delle sue peculiarità che lo rende armonioso sotto l'aspetto della composizione geometrica. È un caso? No, non lo è! Neanche questo nessuno mai l'ha raccontato, tanto meno gli archeologi. Anche per questo ritengo che bisognerebbe avere più rispetto per questo luogo ed entrarci quanto meno in punta di piedi. (Post della pagina Facebook del 10 Giugno 2020)
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L'anfiteatro di Avella. La sua storia.

2/2/2020

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L’anfiteatro di Avella può essere considerato uno dei più antichi della Campania. Esso, infatti, fu costruito tra il I sec. a.C. e il II sec. d.C. nell'odierna località S. Pietro, al posto delle abitazioni distrutte durante la guerra tra Mario e Silla.
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Annoverato tra gli anfiteatri costruiti su terrapieno, è dimensionalmente molto simile a quello di Pompei, l’anfiteatro di Avella fu eretto in “opus reticulatum” di tufo in parte appoggiato all'angolo SE delle mura perimetrali dell’antica città. in parte ad un pendio naturale ed in parte (lato Sud) a grosse costruzioni a volta.
Esso sorgeva all'estremità orientale del “decumano rnaior” (l’attuale corso Vittorio Emanuele) all'altro capo quale era il Foro (nelle vicinanze dell’attuale piazza S.Pietro).
Lo schema a scacchiera ippodamea con il quale si sviluppò il piano urbanistico di Avella (decumani orientati Est ad Ovest e cardini orientati da Nord a Sud) prevedeva l’orientamento degli assi maggiori degli anfiteatri in direzione ortogonale a quella degli assi Est-Ovest.
Tuttavia, sotto questo aspetto, l’anfiteatro di Avella è piuttosto atipico: il suo asse principale, infatti, non segue tale schema orientativo.
Una ulteriore atipicità del monumento avellano è legata alla totale assenza dl sotterranei e cunicoli, presenti, invece, in anfiteatri più recenti come, per esempio, il Colosseo o l’anfiteatro Flavio di Pozzuoli.
Una immagine schematica dell’anfiteatro dl Avella è rappresentata su uno dei lati dì una base Onoraria, databile intorno al 170 d.C., dedicata a Lucio Egnatio Invento, restauratore dei giochi gladiatori dl Avella e cavaliere romano sotto gli imperatori Marco Aurelio e Lucio Vero.
Lo schema della base presenta una cavea con tre ordini: l’ima cavea, la media cavea e la summa cavea. 
Allo stato attuale., della summa cavea rimangono solamente poche tracce sui lati Sud ed Est, mentre la cavea si presenta divisa in tre settori: Moeniana,, divisi da corridoi di appoggio in senso orizzontale: Praecinctionese e Baltei, questi ultimi muri di divisione in senso verticale.
Ad essa era possibile accedere attraverso Vomitoria disposti sull’asse maggiore dell’ellisse (Itinera Magna). 
All’arena, situata al di sotto del piano di calpestio circostante, si accedeva attraverso due porte principali: la Porta Triumphalis, orientata in direzione della città e,  dal lato opposto la Porta Libitinensis dalla quale venivano portati via i gladiatori morti in combattimento.
Una terza porta, più piccola nelle dimensioni e, probabilmente, riservata ai giudici,  si apre sul lato Ovest, di fronte ad essa si evidenzia un ambiente con tracce di un’edicola riservata ad un dio al quale i gladiatori si raccomandavano prima del combattimento.
Di gran lunga posteriori rispetto alla costruzione dell’intero monumento sono sicuramente delle aperture nel podio che danno verso l’arena, Si tratta dl stalle per le bestie databili intorno al IV Sec. d.C.
Il lavoro per la loro costruzione risulta incompiuto o perché gli spettacoli erano scaduti di tono, o a causa della decadenza economica in atto, dovuta principalmente alle invasioni barbariche.


Da "Abella XX anni di ricerca archeologica"
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    A cura di Armando Sodano
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