La mostra offre un'occasione unica e di altissimo livello di entrare in profonditá e vedere cosa é successo in circa duecento anni di arte italiana. Il Seicento e il Settecento sono stati attraversati da una grande quantitá di cambiamenti e sembrava un'impresa impossibile riuscire a raccogliere tutto in una mostra, ma il risultato convince. Sono secoli difficili in cui le diramazioni artistiche sono infinite e nell'esposizione nessun aspetto é stato trascurato. Classicismo, naturalismo, realismo, la natura morta, i dipinti di interni, quelli allegorici, quelli religiosi, hanno subìto molteplici variazioni di stile e composizione e nessuno di questi temi in mostra é stato trattato in modo ovvio. Tutti i principali protagonisti sono presenti e sono documentate tutte le variazioni attraverso dipinti di qualitá, capolavori anche di anonimi come la "Ragazza dormiente", che pur non avendo ad oggi una attribuzione sicura, anche se i piú ci vedono la mano del Fetti, é da considerarsi comunque "un capolavoro dell'anonimo". "Sembra una mostra degli anni '30 - ha inoltre sottolineato Anna Coliva - Non perché vecchio stile, ma perché quelli erano anni in cui si affrontavano imprese come queste, non esisteva ancora lo show-bussines delle esposizioni che va alla ricerca solo del capolavoro che diventa l'immagine del manifesto".
La politica dello Szépmuvészeti Múzeum di Budapest é stata da subito chiara, da quando si pose l'ambizioso obiettivo di presentare la pittura italiana dal XV al XVIII secolo in due mostre consecutive. La prima mostra, "Da Botticelli a Tiziano", tenutasi nel 2009-2010, e ora con "Da Caravaggio a Canaletto - Due secoli di capolavori italiani", fino al 16 febbraio, che segna l'evento della stagione ungherese-italiana. Mai prima d'ora una gamma così completa della pittura italiana di questo periodo era stata presentata al pubblico ungherese.
La collezione di Barocco e Rococò italiano del Szépmuvészeti Múzeum contiene circa 600 opere, e il nucleo della raccolta è costituito dalle collezioni delle grandi famiglie aristocratiche.
Le trenta immagini della collezione del Szépmuvészeti Múzeum (tra cui opere di maestri importanti come Annibale Carracci, Artemisia Gentileschi, Guercino, Luca Giordano, Bernardo Strozzi, Giovanni Battista Tiepolo, Canaletto e Bernardo Bellotto) sono affiancate da circa cento dipinti prestati da diversi musei e collezioni europee e americane, sia pubbliche che private, tra cui la National Gallery di Londra, il Musée du Louvre di Parigi, il Museo Nacional del Prado e il Museo Thyssen- Bornemisza di Madrid, la Galleria degli Uffizi e la Galleria Palatina di Firenze, la Pinacoteca Capitolina e la Galleria Borghese a Roma, la Gemäldegalerie di Berlino, la Gemäldegalerie di Dresda e il Kunsthistorisches Museum di Vienna. Ma la mostra non sarebbe stata completa senza uno dei pittori più influenti della storia, Michelangelo Merisi da Caravaggio di cui lo Szépmuvészeti Múzeum non possiede opere: in questa occasione, ben nove tele, tra cui "San Francesco in preghiera" del 1610, la splendida "Salome" del 1609-10 e altre ancora, sono arrivate a dare la possibilitá di ammirarlo. E' lunghissima la lista degli altri pittori presenti dai Carracci al Guercino, dal Tiepolo a Guido Reni, fino al Canaletto che chiude la sezione del Settecento con le sue classiche vedute di Venezia.
"La cultura é dialogo tra opere e persone, ma puó far dialogare anche due nazioni", ha detto il ministro ungherese della Cultura Zoltán Balog presente all'inaugurazione. Obiettivo decisamente centrato con questa significativa esposizione. (Valentina Tosoni, la Repubblica)