Primi fra tutti i rilievi Grimani, raffiguranti animali selvatici intenti ad allattare i propri cuccioli immersi in un paesaggio bucolico, eccezionalmente riuniti dalle attuali ubicazioni (il Kunsthistorisches Museum di Vienna e il Museo di Palestrina), e quindi il gruppo frontonale dei Niobidi, originale greco riallestito in età augustea negli Horti Sallustiani a Roma, qui ricomposto accostando le due statue in arrivo dalla Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen alla statua di fanciulla ferita conservata al Museo Nazionale Romano. Oltre agli arredi delle domus vesuviane e ai gioielli di corredo, è addirittura stupefacente la nutrita selezione dal preziosissimo tesoro degli argenti di Boscoreale, custoditi al Louvre.
La mostra si conclude con l'inedita ricostruzione di 11 rilievi della decorazione di un monumento celebrativo (eretto originariamente in Campania), e oggi divisi tra la Spagna e l'Ungheria: vi è narrato, con grande efficacia, uno scontro navale della battaglia di Azio, il fatidico scontro che nel 31 a.C. mise fine alla guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio aprendo la strada al definitivo trionfo del princeps.