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L'incanto delle Tore: un itinerario tra natura e reperti storici nell'agro-avellano.

28/7/2016

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Testo di Gianni Amodeo e foto del Gruppo Archeologico Avellano.
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Un itinerario tra i tanti praticabili, per la riscoperta del territorio disegnato dalle “Tore”, alture di ridotto profilo collinare o para-collinare, che s’incontrano senza soluzione di continuità sull’asse che corre tra Avella, Baiano e Sirignano, uno squarcio aperto nell’ampio panorama del Parco regionale del Partenio, guardando alla piana nolana, nel suo iniziale impennarsi a circa 300 metri sul livello del mare.
È il percorso, che nel suo dipanarsi permette di traguardare progressivamente e a tutt’arco la morbida distesa dei verdeggianti castagneti - a quota 800 metri - del Monte “Campimma”, il caratteristico toponimo del dialetto nostrano derivato -secondo l’interpretazione considerata più che attendibile - dalla contrazione della locuzione latina di Campus imus, per indicare il Campo o il Pianoro di altura molto più in basso rispetto ai sovrastanti e bei panneggi dei Pianori  del Campo di Summonte e del Campo  Maggiore, terminali dei rilievi che s’inarcano tra rocce, forre e dirupi, per innestarsi nella dorsale dei Monti Avella, e che fanno parte dei territori comunali di Summonte e Mercogliano, su cui vigila Montevergine, con il Santuario di Mamma Schiavona. E c’è da notare che imus-ima-imum è l’aggettivo di grado superlativo derivato da infra, la preposizione che in lingua latina significa sotto, per denotare appunto che “Campimma” è il Monte che è situato su una quota inferiore - intorno ai 500 m sul livello del mare - rispetto ai Pianori citati.
La digressione etimologica…dettata dall’” inutile” latino -e della quale si chiede venia al paziente lettore- permette altresì di evidenziare che proprio sulla sommità… di “Campimma” è collocata la piastra bronzea rappresentativa  di uno dei 20 mila punti geodetici o trigonometrici che costituiscono i riferimenti basilari per l’universale convenzione adottata nella misurazione dei siti e delle distanze dei territori, in funzione dell’elaborazione delle carte topografiche ufficiali di interesse nazionale, tra cui quella del Catasto; elaborazione, che fa capo all’Istituto geografico militare, importante articolazione di assoluto valore tecno-scientifica dello Stato. Senza dimenticare che nelle vicinanze del punto geodetico di “Campimma” è operativa da alcuni anni una stazione di rilevamento-meteo dell’Osservatorio di Montevergine.
Al di là di questi…dettagli, nel segno della configurazione delle Tore ha preso forma e…vita l’iniziativa, promossa ed organizzata dal Gruppo archeologico “Amedeo Maiuri”. Una passeggiata di otto chilometri, quella di domenica, animata da una quarantina di partecipanti, con raduno…di partenza, nell’area di pertinenza dell’edificio del Muliniello - attualmente interessato da un significativo intervento di restyling, che lo renderà moderna struttura ricettiva- in cui per secoli sono state attive le apparecchiature e le pale del Mulino ad energia idraulica assicurata dal Clanio, quando ancora era copioso di flussi d’acqua costanti e potenti, mentre da tempo è diventato un torrente, spesso in secca.
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UN MODELLO DI EDILIZIA RURALE DEL ‘700  IN MONTAGNA
A costituire la prima sosta dell’escursione, attraversando l’ampia sentieristica delle Tore, era la località “Palazzuolo”, per …conoscere e visitare il fabbricato a due piani che vi insiste e risalente al ‘700. Un ben strutturato modello di edilizia rurale a servizio di una masseria, anche se allo stato attuale è parzialmente diroccato; un complesso che è stato agibile fino agli anni ’50 del secolo scorso, conservando quasi integro e funzionante un ingegnoso sistema di raccolta e di utilizzo delle acque meteoriche, con un impianto murario in cui spicca la presenza di tubuli in terracotta. ​
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L’edificio ha tutto l’aspetto di …. vigile sentinella del territorio, di cui è rappresenta un interessante elemento di decoro architettonico, nonostante i colpi usuranti e sfiguranti inferti dal…tempo, che non ne hanno scalfito l’originario profilo di eccellente linguaggio costruttivo, calibrato sulla scelta del sito su cui edificare e dalla solidità dell’impianto delle fondamenta. E si è sulla quota dei 600 metri, o poco più.
 L’incanto della solatia ed ariosa località “Palazzuolo” non parla di sé, tuttavia e soltanto, con il rustico edificio, che le dà l’indicazione nella mappa topografica; nei suoi paraggi, gli escursionisti hanno…scoperto- per molti è stata una…novità assoluta- e ammirato la Tomba romana simile a quelle del Parco archeologico, su cui si affaccia l’eccellente Antiquarium di Avella.  Una Tomba, che fa placida e taciturna mostra di sé- databile al primo secolo avanti Cristo- preservata come per…miracolo. E’ un testimonianza di indubbio valore simbolico e storico-culturale, che va posta in sicurezza e tutelata. Un impegno che interpella direttamente il competente Ufficio zonale della Soprintendenza, in sinergia con le civiche amministrazioni interessate, segnatamente quelle di Avella e Baiano.

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   LA TOMBA ROMANA E LA QUERCIA MONUMENTO NATURALISTICO   
 Insieme con la Tomba romana, che interloquisce con il …passato e la perennità, gli escursionisti hanno incontrato la svettante e plurisecolare quercia, che conferisce un altro tocco di armonia e di bellezza alla località. E interloquisce con…il presente.
Un altro esemplare di 
patriarca verde pieno di vita, con la folta chioma e la ricca tessitura dei rami, da cui è connotato quale pregiato e autentico monumento naturalistico, da immettere nella corsia dello specifico censimento di tutela e salvaguardia, previsto dalla normativa del 2014.
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Una procedura, che il Gruppo archeologico “Maiuri” si appresta a fare, in sintonia con Il Circolo socio-culturale L’Incontro e con l'Associazione Maio di Santo Stefano, interagendo con le competenti istituzioni locali e sovracomunali, com’è già avvenuto con la procedura intrapresa per il riconoscimento di patriarca verde da conferire al maestoso e secolare platano di Fontana Vecchia, nel territorio di Baiano.
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E’ un cammino, quello del censimento dei patriarchi verdi, che per il territorio dell’ Unione Intercomunale del Baianese e dell’Alto Clanio  è soltanto ai primi passi, ma che costituisce una priorità irrinunciabile e indifferibile, per suscitare la necessaria sensibilità civica e la mobilitazione sociale verso la tutela del patrimonio montano e collinare; un patrimonio, che da anni è sottoposto a scempi e violenze, su cui domina un silenzio surreale e di cui è uno specchio ….riduttivo  la cosiddetta emergenza incendi, raccontata dai “media” come se si trattasse di “presa d’atto…di ordine naturale”, anche se…deflagra  puntuale in tutti i mesi estivi e spesso anche a gennaio e febbraio. 
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Da anni. In realtà, è soltanto la punta dell’iceberg di un fenomeno, la cui “spiegazione” di necessità induce il comune cittadino a connetterla con il malaffare ed omissioni variamente assortite, per i più disparati interessi, dagli interventi straordinari anti-emergenza lautamente pagati con denaro pubblico alla formazione di pascoli ampi ed abbondanti, e così via. Di certo, un fenomeno non ascrivibile agli incendiari giunti sulla piattaforma Ufo, targata…Marte.
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LA META CONCLUSIVA DELL’ESCURSIONE
La meta finale dell’escursione conduceva alla Fontana del Lago, nel territorio di Sirignano.  Più che un flusso ricco e abbondante, una limpida vena d’acqua sorgiva, fresca e cristallina, che scivola da una “mini-galleria” di raccolta e filtro, per correre in un ristretta gola e disperdersi a valle. La Fontana è racchiusa, come in uno scrigno, in un anfratto e per attingere l’acqua pura super leggera, spesso è necessario fare la fila. Ma non è affatto tempo…perso per la bontà che procura.
La Fontana del Lago è stata interessata da una serie d’interventi di ri-sistemazione, con i finanziamenti erogati dallo Stato, dopo gli eventi sismici del novembre dell’8’ e del febbraio dell’81. Non si è fatto risparmio di cemento, neanche a dirlo. Se ne poteva fare un utilizzo più sobrio. E sotto questo aspetto la Fontana del Lago ha certamente “perso” aspetti di quella naturalità che le erano peculiari.  
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