_Il tracciato è “visionario” nel senso che rievoca quella “terra perduta” della quale resta qualche rimpianto, ma solo in chi sente la separazione. La catastrofe e lo sperpero dei beni naturali corrispondono al crollo delle umane esperienze, le cui salde colonne dei sentimenti, del pensiero fertile, dell’amore rischiano di ridursi ai resti archeologici. Meglio non vedere.
Angelo Calabrese |
_Introduzione
_Cenni
biografici
Nato a Napoli, consegue la laurea in Architettura presso l’Università Federico II di Napoli partecipa al master di I livello in Interior Design presso il Politecnico di Milano. Vive e lavora a Nola. Autonoma e indipendente dagli schemi e canoni classici si presenta la scultura dell'artista. Per costruire le sue opere utilizza, con straordinaria originalità, fusti arborei, rami e radici naturali. La forza che genera tutti gli esseri dell'universo e che ne determina la configurazione fisica e il divenire biologico è parte integrante dell'opera. La scultura antropomorfa con la sua forza espressiva crea una simbiosi tra arte e natura. Elabora uno stile particolare, che ha probabilmente, pochi precedenti nella storia dell'arte, sia per autonomia formale che per ispirazione. Si serve di una costruzione spaziale spontanea dettata dalla natura stessa del fusto arboreo. L'opera dalle movenze umane, è realizzata con estrema cura con le linee curve naturali degli arbusti. Formazione artistica Tematiche Tecniche Materie Strumenti Supporti Mezzi Valutazione |